Fallisce il nuovo tentativo della società che gestisce Facebook di far valere la paternità dell’uso del prefisso “Face” all’interno di un marchio.
Il 21 maggio 2012 un giudice di San Francisco, California, ha respinto la denuncia presentata da Facebook contro Faceporn.no, un social network norvegeseper soli adulti. La querela era stata inoltrata nel 2010 quando Facebook aveva citato il sito norvegese per i danni economici derivanti da una possibile confusione del pubblico tra i due social network. La compagnia californiana lamentava infatti un’eccessiva somiglianza fra le pagine del sito a luci rosse e quelle di Facebook, in particolare per quanto riguardava il nome e il logo.
La decisione del giudice distrettuale Jeffrey S. White si basa sull’assunto che la Corte Californiana non può far valere il suo potere giurisdizionale sul privato cittadino Norvegese proprietario del sito. Facebook infatti non ha potuto provare che l’attività di Faceporn.no avesse sufficienti contatti in California tali da giustificare un provvedimento giuridico.
Non è la prima volta che la Facebook Inc. tenta di far valere un diritto di esclusiva sul suo nome o sulle parole che lo compongono. In particolare il suffissso -book è stato già al centro di diversi casi contro siti quali Shagbook, Teachbook o Lamebook.
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