Il testo del ddl che riforma il reato di diffamazione a mezzo stampa è tornato nuovamente in Commissione Giustizia dopo la discussione in Aula del Senato su alcune delle norme più contestate.
La nuova formulazione, depositata in Commissione dal relatore Filippo Berselli, è attualmente composta solo da due articoli. Le principali novità riguardano l’abolizione della pena carceraria per i giornalisti che diffamano, l’aumento delle sanzioni pecuniarie per il reato di diffamazione e l’eliminazione dell’obbligo di rettifica per i blog, i motori di ricerca, e in generale i siti internet non espressioni di testate cartacee.
Per quanto riguarda la diffamazione a mezzo stampa “o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità” la sanzione parte da 3 mila fino ad un massimo di 30 mila euro. Per la diffamazione consistente nell’attribuzione di un fatto determinato, la multa va da 5 mila a 50 mila euro, diminuendo rispetto alla precedente versione del testo, dove il massimo raggiungeva i 100 mila euro. Per la diffamazione semplice la sanzione prevista è più bassa, da 3 mila a 15 mila euro, mentre per l’ingiuria la multa si ferma ad un massimo di 5 mila euro. Previsto anche il risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali ai sensi dell’art.185 c.p..
L’ammontare della multa sarà deciso dal giudice che nella determinazione nel danno derivante dalla diffamazione valuterà i parametri “della diffusione quantitativa o geografica” della testata, della gravità dell’offesa “nonché dell’effetto riparatorio della pubblicazione della rettifica”.
Nella nuova versione del ddl, la rettifica assume un valore di primo piano. il direttore o il responsabile della testata è tenuto a pubblicare gratuitamente nel quotidiano o nel periodico ”comprese le relative edizioni telematiche” o nelle agenzie di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui sono state pubblcate immagini o ai quali siano stati attribuiti fatti o pensieri ritenuti dagli stessi lesivi della loro dignità. Riconfermato il divieto, già presente nella versione precedente del testo, di aggiungere commenti alle rettifiche pubblicate. Eliminato il limite delle trenta righe per la rettifica che va pubblicata “con lo stesso rilievo e nella medesima collocazione” dell’articolo ritenuto diffamatorio. Per la mancata pubblicazione della rettifica è prevista una sanzione amministrativa da 8 mila a 16 mila euro.
La pubblicazione della sentenza di condanna alla testata è obbligatoria e potrà essere riportata integralmente su richiesta della parte offesa.
Le stesse norme valgono anche per la diffamazione perpetrata attraverso mezzi di comunicazione radiotelevisivi. Scompare invece dal testo il riferimento alle rettifiche obbligatorie per i blog, i motori di ricerca, e in generale i siti internet non espressioni di testate cartacee. Eliminato anche il riferimento ai libri.
Eliminato anche il riferimento alla sanzione accessoria di interdizione dalla professione giornalistica in caso di condanna per diffamazione, principale oggetto della discussione in Aula del Senato.
Il testo integrale del ddl, così come depositato dal relatore della commissione, è disponibile a questo link.
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