Il Commissario europeo al Mercato interno e ai Servizi, Michel Barnier, ha recentemente invocato una riforma della direttiva sul diritto d’autore per abbattere le barriere nazionali che impediscono la libera circolazione dei contenuti digitali sul web.
Non è più accettabile che i cittadini europei incontrino online ostacoli legislativi che non esistono nel mondo reale da almeno cinquant’anni. Con queste parole il commissario ha sottolineato l’importanza di sviluppare il potenziale del mercato digitale superando l’attrito dei confini nazionali. L’attenzione si sofferma sul copyright, per cui occorre una riforma legislativa.
Secondo Barnier, il copyright non è la causa di ciò che non funziona su internet, ma ciò non toglie che occorrano soluzioni che permettano di non considerare il diritto d’autore un ostacolo alla diffusione dei contenuti.
Questo ostacolo è già in via di superamento per quanto riguarda le opere fuori commercio. Il Commissario Barnier insieme ai suoi colleghi Neelie Kroes e Androulla Vassiliou hanno gettato le basi per una diffusione paneuropea di questo tipo di contenuti nella recente Direttiva sulle opere orfane, che stabilisce una limitazione del copyright transnazionale volta ad istituire un Registro Europeo delle opere libere da diritti intellettuali. I tre commissari hanno inoltre diffuso una Raccomandazione agli Stati membri invitandolo a rafforzare i tentativi di digitalizzazione del materiale culturale nazionale.
Secondo il Commissario Barnier, uno schema generale per la facilitazione all’accesso al patrimonio culturale online è la chiave di volta per restituire nuova vita alle opere fuori commercio. Sulla scia della approvazione della Direttiva sulle opere orfane, si può così pensare di restituire al mercato migliaia di film fuori distribuzione, scavalcando il limite della gestione nazionale dei diritti.
Ma perché il sistema sia realmente funzionale, occorre “una significativa applicazione della legge”, e la soppressione dei “modelli illegali di business”.
Gli interventi concreti, ribadisce il Commissario UE, devono partire dalla legislazione delle licenze multimediali, non per indebolire la protezione del copyright, ma per “assicurare che il potere contrattuale e la capacità di investire restino equamente distribuite lungo tutta la catena di valore”.
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