Vi proponiamo qui l’articolo apparso oggi sul Sole 24Ore a firma di Giusella Finocchiaro.
L’innovazione digitale per le imprese può aumentare dell’1,5% l’anno la produttività del lavoro per 10 anni, mentre per la PA può produrre benefici complessivi per 40 miliardi di euro all’anno.
Dall’obbligo della Fatturazione Elettronica verso la PA 1,6 miliardi di euro di risparmio per lo Stato e i fornitori, ma ulteriori benefici possibili per 3 miliardi di euro per il Sistema Paese. La digitalizzazione completa del ciclo del pagamento varrebbe 60 miliardi di euro. Con la riduzione dei tempi di pagamento della PA un risparmio tra 4,4 e i 6,7 miliardi di euro sugli interessi di mora.
Sono alcuni risultati della Ricerca 2013 dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net*), presentata oggi al convegno “Digitalizzare per Competere”.
A rendere più realizzabili questi risultati hanno contribuito la scorsa settimana due decreti molto attesi: il d.p.c.m. 22 febbraio 2013 sulle firme elettroniche e il d.m. 3 aprile 2013 sulla fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione. Il primo provvedimento rende pienamente operativa la firma elettronica avanzata e il secondo rende obbligatoria la fattura elettronica verso la p.a. Questi provvedimenti sono stati sollecitati anche da questo giornale che ha pubblicato il Manifesto per l’Italia digitale promosso da molti esperti del settore. Si attendono invece le norme sulla conservazione.
Sul fronte della Digitalizzazione, un certo fermento è già evidente su diversi fronti, come spiega Alessandro Perego, Responsabile scientifico dell’Osservatorio “emergono strumenti specifici finalizzati a coinvolgere le PMI in relazioni digitali strutturate; la Fatturazione Elettronica verso la PA porterà all’apertura di hub locali in grado di integrarsi con il Sistema di Interscambio di Sogei e particolare attenzione è dedicata alle soluzioni per la ‘Digitalizzazione dell’ultimo miglio’, con modelli Mobile che adottano la firma grafometrica su tablet introdotta normativamente dal nuovo CAD. Le opportunità, quindi, non mancano. Devono però essere colte, sia dal mondo imprenditoriale sia dal sistema Paese, che in queste direzioni deve scegliere di investire”.
Grazie all’introduzione della Fatturazione Elettronica verso la PA si possono ottenere risparmi diretti di oltre 1 miliardo di euro l’anno, se consideriamo solo gli impatti interni alle PA, e circa 1,6 miliardi di euro l’anno, considerando anche i potenziali effetti positivi sui fornitori della PA stessa. Ma nell’ipotesi che, a partire da questo obbligo, la Fatturazione Elettronica si diffonda anche solo nel 20% dei rapporti tra imprese si potrebbero conseguire recuperi di efficienza parti ad ulteriori 3 miliardi di euro per il Sistema Paese. Un valore che può crescere anche di circa quattro volte se la Digitalizzazione investisse non solo la Fattura, ma tutti gli scambi informativi del ciclo dell’ordine. E che arriverebbe addirittura a 60 miliardi di euro di risparmi complessivi nel caso in cui l’adozione fosse estesa a tutte le relazioni tra gli attori economici del Paese, ovvero sia tra le imprese, che tra queste e la PA.
Un significativo numero è già oggi “culturalmente vicino” alla Fatturazione Elettronica e circa 60mila imprese gestiscono almeno un documento del Ciclo dell’Ordine in formato elettronico. Tuttavia, le relazioni “mature” che consentono di ridurre in modo concreto il costo del ciclo sono ancora decisamente limitate e coinvolgono meno dello 0,5% delle imprese italiane (il 5% se misurato sulla totalità delle imprese con più di 10 addetti, PMI e Grandi imprese).
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