L’Autorità per la protezione dei dati personali interviene vietando l’utilizzo delle rilevazioni di impronte digitali per controllare l’accesso del personale docente e amministrativo in alcuni istituti scolastici italiani.
L’utilizzo di dispositivi di riconoscimento biometrico è lecito solo in situazioni lavorative dove sono necessarie speciali misure di sicurezza ed è quindi una misura sproporzionata se impiegata per controllare le presenze a scuola di insegnanti e personale tecnico e ausiliario (Ata). Con questa motivazione il Garante privacy ha vietato ad un istituto tecnico industriale e a due licei scientifici il trattamento dei dati biometrici dei lavoratori effettuato in violazione delle norme in materia di protezione dei dati personali.
Negli scorsi anni alcuni istituti scolastici italiani avevano cercato di ovviare al problema delle assenze del personale attraverso un moderno sistema di rilevamento delle impronte digitali, che impediva a docenti e tecnici di “marcare” la presenza sul lavoro al posto dei colleghi assenti. La drastica misura di controllo, suscitando l’interesse della stampa e le proteste di alcune associazioni di categoria, ha portato all’intervento del Garante che ha vietato l’uso generalizzato delle impronte digitali perché eccedente e sproporzionato rispetto allo scopo perseguito dalle scuole e contrario quindi ai principi di liceità, necessità e non eccedenza stabiliti dal Codice privacy.
L’Autorità ha spiegato che l’impiego di dati così delicati può essere ritenuto lecito solo in specifici casi legati alla sicurezza, quali ad esempio l’accesso ad aree aziendali riservate in cui si svolgono particolari attività o a imprese collocate in zone a rischio.
Secondo il Garante, “la scuola può disporre di sistemi meno invasivi della sfera personale, della libertà individuale e della dignità del lavoratore”.
In uno dei tre provvedimenti, l’Authority ha inoltre dichiarato illecito l’utilizzo delle immagini registrate da un impianto di videosorveglianza installato all’insaputa di docenti, personale Ata e studenti.
Aggiungi commento