Il 22 aprile 2014 il Marco Civil, la “costituzione di Internet” del Brasile, è stata definitivamente approvata dal Senato Brasiliano. La legge che regola i diritti e i doveri degli utenti della rete è stata firmata dal presidente Dilma Rousseff in apertura della conferenza “NetMundial”, un evento di due giorni dedicato alla governance mondiale della rete.
Dopo cinque anni di lavori viene approvata a San Paolo la normativa che protegge la privacy, la libertà di espressione e garantisce la net neutrality. E proprio in relazione alla net neutrality la Carta dei diritti di Internet brasiliana è considerata dagli attivisti delle libertà civili come un documento rivoluzionario nella storia di Internet. La norma impedirà infatti alle compagnie di telecomunicazione di istituire canali preferenziali di accesso alla banda ad appannaggio di alcuni servizi e a discapito di altri, una tendenza emergente nelle nuove strategie commerciali dei provider di connettività di tutto il mondo.
L’iter della legge ha subito un’accelerazione in seguito alle rivelazioni di Edward Snowden, dalle quali è emerso che gli Stati Uniti monitoravano le comunicazioni della Presidente Rousseff. Sul fronte del datagate, tuttavia, la legge brasiliana si rivela essere meno incisiva di quanto sembrasse al momento della sua prima formulazione. Infatti una delle più dibattute novità contenute nella proposta di legge, l’idea di impedire l’archiviazione di dati di cittadini brasiliani su server collocati all’estero, è stata eliminata dal testo della norma prima dell’approvazione in Senato.
In virtù della rimozione di questa proposta, è stato rafforzato un altro articolo della normativa, che prevede che le compagnie che raccolgono dati degli utenti generati in Brasile debbano sottostare alle regole sulla protezione dei dati del governo brasiliano, a prescindere dal luogo dove sono collocati i server su cui vengono archiviate le informazioni.
Il Marco Civil contiene anche prescrizioni contro l’attribuzione di responsabilità degli intermediari, sancendo che i provider non sono responsabili del contenuto pubblicato online dagli utenti, un tema da anni dibattuto in Europa su cui il Brasile ancora non aveva legiferato. Secondo la nuova normativa, i fornitori di servizi saranno ritenuti responsabili per i contenuti di terzi solo se non provvederanno alla rimozione del materiale in seguito ad un’ordinanza di un tribunale.
A quanto si apprende dalla stampa, il momento della firma presidenziale della legge è stato accolto con applausi e grida dal pubblico di NetMundial, composto da esperti e rappresentanti delle principali compagnie mondiali della rete.
In un intervento che ha preceduto di poco la firma della Rouseff l’inventore del World Wide Web Tim Berners-Lee ha espresso l’auspicio che altri governi seguano l’esempio del Brasile e si uniscano nella firma della carta, definita come un fantastico esempio di come i governi possono giocare un ruolo positivo nell’avanzamento dei diritti civili su Internet e nel mantenimento di una rete aperta.
Dopo l’intervento della Presidente anche la Commissaria Europea Neelie Kroes ha espresso il suo entusiasmo definendo il Marco civil come “una festa”.
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