Secondo il Wall Street Journal, almeno 6 paesi starebbero investigando sui metodi utilizzati dal social network per tracciare le attività degli utenti di internet.
Stando a quanto riportato dal quotidiano statunitense, la registrazione dei dati di navigazione operata da Facebook sarebbe estremamente invasiva, e non riguarderebbe solo gli iscritti al social network. Confrontando i dati acquisiti da piattaforme come Instagram e WhatsApp, e controllando le attività sui pulsanti “Like” presenti su molte pagine web, il social network sarebbe infatti in grado di raccogliere informazioni utili a conoscere le abitudini di chi naviga e sfruttarle per messaggi pubblicitari mirati. La costruzione del profilo dell’utente sarebbe resa possibile dall’installazione di cookie adibiti a indicatori delle attività dei navigatori al di fuori del social network.
Secondo il WSJ, le indagini avviate dai Garanti europei si starebbero concentrando su alcune ambiguità informative offerte da Facebook ai propri iscritti, e su alcune azioni compiute per tracciare le attività di iscritti e semplici visitatori.
Uno studio della Commissione Privacy belga, ripreso in un recente articolo del Guardian, spiega come l’attività di controllo avviata sfruttando i cookie risulti particolarmente invasiva in Europa. Il documento si concentra su due anomalie. La prima relativa all’istallazione dei cookie in tutti quei browser che visitano le pagine dei siti che contengono un tasto “Like” adibito a segnalare il gradimento dei contenuti. Lo studio specifica come, per essere tracciati, non sia necessario essere iscritti a Facebook, e tantomeno occorra premere il tasto “mi piace”, ma basti semplicemente visitare la pagina in questione. La seconda anomalia riguarda le possibilità che Facebook offre agli iscritti che non intendono essere tracciati: anziché porre un’opzione preliminare che garantisca la maggiore consapevolezza dell’utente, la scelta si riduce alla possibilità di attivare un opt-out, ovvero un blocco delle informazioni di navigazione. Il paradosso europeo è che a differenza degli Stati Uniti, dove è possibile richiedere l’opt-out per non subire l’istallazione di alcun cookie, in Europa occorra installare un cookie “di blocco” per impedire di riceverne altri.
Facebook ha smentito la notizia che Italia, Spagna e Francia abbiano avviato delle indagini in proposito, e ha fatto sapere di non condividere i risultati di uno studio, a loro dire, “pieno di inesattezze”.
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