Con la legge firmata dal presidente Barak Obama, i cittadini dei Paesi alleati acquisiranno alcune garanzie della privacy di cui godono quelli americani. Sarà infatti possibile per i cittadini stranieri fare causa al governo americano nel caso i loro dati personali vengano diffusi illegalmente.
La Judicial Redress Act bill, approvata grazie a un largo sostegno delle camere del Congresso, è stata considerata come un gesto che dimostra la volontà di ricostruzione del rapporto di fiducia con gli alleati europei in seguito allo scandalo del datagate, nato dalle rivelazioni Edward Snowden sui controlli di massa operati dalla NSA sugli utenti europei.
Già con l’Us Freedom Act, la legge che ha tolto alla NSA la possibilità di raccogliere e archiviare indistintamente i dati telefonici di milioni di americani, era stato compiuto un primo atto formale per riaffermare il dovere di tutelare i diritti dei cittadini.
Con la Judicial Redress Act bill, il presidente americano mira ora a ripristinare il rapporto di reciproco rispetto tra Europa e Stati Uniti. Obama ha definito la legge una misura chiave per la tutela dei dati dei consumatori che contribuirà a incrementare il mercato del paese.
Molti osservatori hanno accolto la Judicial Redress Act bill come un passo necessario per ristabilire un clima di effettiva collaborazione per la lotta al terrorismo e la condivisione dei dati raccolti dalle rispettive forze di sicurezza e di intelligence.
La scelta di Obama opererebbe anche per il ripristino della collaborazione tra continenti e grandi società tecnologiche, alla luce del partenariato commerciale previsto con l’accordo di libero scambio Ttip, per cui sono previsti nelle prossime settimane nuovi negoziati a Bruxelles.
Durante la cerimonia formale del Judicial Redress Act, Obama si è soffermato sul tema del rapporto tra privacy e sicurezza, dichiarando che opererà per “garantire che anche se proteggiamo la sicurezza del popolo americano, siamo pure consapevoli della privacy che amiamo così tanto”.
Proprio in questi giorni nuovo braccio di ferro sulla privacy tra Apple e governo per lo sblocco di un iPhone nelle indagini sulla strage di San Bernardino sta infatti coinvolgendo l’opinione pubblica statunitense.
“Alcune cose sono difficili, e alcune cose sono giuste, e alcune cose sono entrambe – questa è una di quelle cose”, aveva dichiarato l’ad di Apple, Cook, ribadendo la volontà di impedire azioni del genere, e comunicando l’intenzione parlare direttamente col presidente Obama della questione al fine di condurla “su un percorso migliore”.
Washington starebbe già studiando una nuova proposta di legge per la creazione di una commissione sulla sicurezza digitale, volta a favorire l’approvazione di una nuova legge definitiva in materia di privacy e crittografia entro la fine dell’anno.
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