Presentiamo un estratto all’intervista di Vanity Fair a Giusella Finocchiaro. La Professoressa è stata invitata a chiarire alcuni aspetti giuridici che sottendono ad alcuni fatti di cronaca legati al tema della privacy online.
I social permettono di scegliere il grado di visibilità dei post, per gli usi come quello del video circolato illegalmente serve il giudice. Spiega come Giusella Finocchiaro, avvocato e prima in Italia a insegnare diritto di internet.
Due casi nelle cronache in appena 24 ore. Il suicidio di una 31enne un cui video hard girava da oltre un anno illecitamente sul web e la vicenda di una 17enne le cui amiche hanno girato e postato un video mentre la ragazza veniva stuprata in una discoteca. Due casi che portano a chiedersi quasi siano i limiti della privacy su internet. Il garante Antonello Soro ha parlato di «gogna cui la rete rischia di esporci in mancanza di una adeguata consapevolezza, da parte degli utenti, della natura di spazio non circoscritto e degli effetti lesivi che può avere una comunicazione violenta o la ferocia nella irrisione degli altri»
Non ha parlato di mancanza di leggi, ma della necessità di «procedure di risposta più tempestive da parte delle diverse piattaforme» e di un altro bisogno fondamentale: «far crescere il rispetto delle persone in rete». L’investimento in educazione digitale è fondamentale anche secondo Giusella Finocchiaro, avvocato e docente a Bologna di diritto privato e diritto di internet, prima cattedra in Italia in questa materia. Perché le leggi ci sono e la via seguita da Tiziana Cantone è quella corretta, ma i tempi restano lunghi e e non tutti ancora sanno come proteggersi.
L’articolo continua su Vanity Fair.it.
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