A pochi giorni dal primo anniversario dell’entrata in vigore del GDPR, l’European Data Protection Board ha voluto fare il punto con i Garanti privacy Europei sui risultati del primo anno.
Dal primo giorno di applicazione del Regolamento sono stati registrati 446 casi transfrontalieri di cui 205 hanno portato ad una procedura di tipo One-Stop-Shop (OSS). Tra questi 19 casi hanno già trovato una risoluzione.
A livello nazionale, nel 2018 la maggioranza delle Authority hanno riportato un aumento delle richieste e dei ricorsi rispetto all’anno precedente, per un totale di oltre 144.000 istanze e oltre 89.000 data breach. Il 63% di questi casi è ancora in corso di indagine mentre le risoluzioni sono state il 37%. Solo in Italia, i dati della fine del 2018 riportavano già 4.704 reclami e segnalazioni e 630 notificazioni di data breach.
L’aumento di segnalazioni e ricorsi conferma una crescente consapevolezza dei cittadini in materia di protezione dei dati personali. I risultati mostrano come pubbliche amministrazioni, mondo delle imprese e cittadini abbiano colto l’importanza del nuovo quadro giuridico e le opportunità che esso offre in termini di tutela e garanzie per le persone. La tendenza era già emersa dal sondaggio “Eurobarometro” del marzo 2019: il 67% dei cittadini europei intervistati aveva infatti dichiarato di avere sentito parlare del GDPR e il 36% di loro di essere ben consapevole di ciò che comporta il GDPR.
Inoltre, il 57% dei cittadini dell’UE intervistati ha dichiarato di essere a conoscenza dell’esistenza di un’autorità pubblica nel proprio paese responsabile della protezione dei propri diritti di protezione dei dati. Un risultato che segna un aumento di 20 punti percentuali rispetto ai risultati dell’Eurobarometro 2015.