La reputazione di Google si macchia nuovamente di una violazione della privacy, questa volta non solo dei suoi utenti, ma di tutti i cittadini della rete.
Si tratta di un’indebita raccolta di dati personali effettuata tramite le apparecchiature di mappatura del territorio del servizio Google Street View, in attività dal 2006. Pare che le automobili di Google, fotografando le vie cittadine di moltissime località di tutto il mondo, abbiano nello stesso tempo raccolto informazioni sulle reti wi-fi che intercettavano durante il loro passaggio. Non solo dati tecnici relativi alle reti informatiche, ma anche informazioni quali i siti visitati e i contenuti di messaggi istantanei ed e-mail.
I primi ad insospettirsi riguardo ai dati raccolti da Street View sono stati i garanti della privacy tedeschi. In Germania, così come in Svizzera, la mappatura fotografica di Google ha sempre incontrato una forte resistenza ed è stata accettata dal governo solo in seguito alla promessa da parte dell’azienda di Mountain View di offuscare volti, targhe automobilistiche e numeri civici dalle immagini trasmesse in rete. Il Governo di Berlino ha inoltre imposto al motore di ricerca di obbedire a qualunque richiesta di rimozione della foto della propria abitazione da parte dei cittadini (pare che da allora siano state inoltrate centinaia di richieste di questo tipo).
L”ultima richiesta dei regolatori della privacy della Germania ha portato però alla scoperta di un’ulteriore violazione da parte di Google. Lo scorso aprile gli osservatori tedeschi hanno infatti appreso che le automobili itineranti del servizio Street View registravano i nomi e la localizzazione dei routers wireless che incontravano nel loro percorso. Google si è difesa dicendo di non infrangere nessuna legge, dato che in Germania questo genere di informazioni sono di dominio pubblico, e ha invitato i garanti della privacy ad ispezionare le apparecchiature sulle vetture del servizio per verificare l’effettiva raccolta di queste mere informazioni tecniche. L’ispezione tuttavia non è finita nel modo migliore per il motore di ricerca: i tecnici tedeschi hanno infatti scoperto che Google registrava sui suoi hard disk tutti i dati scambiati su reti wireless non protette da password, dai siti visitati a stralci di conversazioni.
Google venerdì scorso ha rilasciato una dichiarazione nella quale si sostiene che la raccolta di tali informazioni sia avvenuta per errore – uno sbaglio nella programmazione dei software di registrazione – e che la compagnia sia pronta a cancellare immediatamente tutti i dati, secondo le disposizioni dei vari governi. Nel suo blog, il motore di ricerca ha anche sottolineato come quei dati non siano mai stati utilizzati dall’azienda e che il loro utilizzo sarebbe comunque improbabile, dato che gli stralci di conversazioni non sono che frammenti registrati mentre la macchina di Street View attraversava una rete non protetta.
In seguito a queste dichiarazioni, il commissario per la protezione dei dati personali del governo federale tedesco Peter Schaar ha chiesto che un esaminatore indipendente analizzi gli hard disk per detrminare l’esatta quantità di informazioni archiviate. In una nota sul suo blog governativo Schaar esprime un chiaro scetticismo verso la non intenzionalità espressa da Google:
‘‘Dunque il tutto si ridurrebbe a una svista! Un errore di software! […] I dati sono stati raccolti e registrati contro la volontà dei project manager e degli altri menager di Google. Se seguiamo ulteriormente questa logica, ciò significa: il software è stato installato e usato senza essere propriamente testato in anticipo. Miliardi di dati sono stati raccolti per sbaglio senza che nessuno a Google se ne sia accorto, inclusi gli addetti alla protezione dei dati, che due settimane fa difendevano le pratiche interne di raccolta dati dell’azienda”.
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