Allarme in rete per una mozione al vaglio del Parlamento Europeo che potrebbe portare al bando di tutte le forme di pornografia sui media.
La prossima settimana il parlamento europeo voterà una risoluzione volta ad eliminare gli stereotipi di genere all’interno dell’Unione Europea. Tra gli articoli della risoluzione è presente anche la proposta di bandire ogni forma di pornografia dai media.
La mozione ha sollevato diversi interrogativi, il principale riguarda la possibile inclusione di Internet fra i media colpiti dal divieto.
Secondo Christian Engström, parlamentare europeo afferente al Partito Pirata svedese, l’evidenza del fatto che la proposta si riferisca anche alla rete è da ricercarsi nell‘articolo 14 della risoluzione che, al fine di eliminare gli stereotipi di genere nei media, prescrive la necessità di agire nel settore digitale. In particolare l’art.14 si rivolge alla Commissione per istituire, in collaborazione con le parti interessate, un regolamento a cui siano invitati ad aderire tutti gli operatori della rete.
La proposta sembrerebbe dunque riproporre per gli ISP la responsabilità di un controllo sull’attività degli utenti in rete, un ruolo spesso ipotizzato da precedenti proposte legislative che hanno sempre trovato una ferma opposizione degli attivisti per i diritti digitali. Se gli operatori di Internet dovessero infatti giocare il ruolo di controllori della rete, determinando quali contenuti debbano essere eliminati, il principio fondamentale della libertà di espressione online verrebbe seriamente minacciato.
Le polemiche contro la proposta non sono tardate ad arrivare. Dal giorno della diffusione della notizia in rete, le caselle email dei parlamentari coinvolti sono state bombardate da messaggi contro la risoluzione. La mole della protesta ha portato le autorità di Bruxelless a istituire un filtro informatico per bloccare le email relative alla mozione. Quest’azione ha tuttavia sollevato ulteriori critiche riguardo alla chiusura al dialogo con i cittadini.
La votazione sulla risoluzione è attesa per martedì 12 marzo 2013.
[…] vaghezza dell’articolo della mozione che introduceva il bando della pornografia dai media, e che definiva un ruolo di “controllori” per gli Internet Service Provider, avevano portato ad un allarme generale sulla libertà di espressione su […]